Bobbio e Martinetti

"Sono passati quasi trent'anni dal giorno in cui venni per la prima volta a Castellamonte. Gioele Solari, mio maestro, voleva presentarmi a Piero Martinetti, che viveva da qualche anno in volontario esilio nella rustica casa avita di Spineto. Doveva essere l'autunno del '34.


Era appena uscita l'opera della grande trilogia, cioè, dopo l'Introduzione alla metafisica del 1906, La Libertà del 1928, il volume Gesù Cristo e il Cristianesimo, subito sequestrato per offese alla religione, ma ad onta del sequestro diffuso rapidamente e furtivamente tra amici, discepoli, ammiratori. A quest'opera Martinetti si era dedicato infaticabilmente negli ultimi anni, dopoché, dal '31, aveva voltato sdegnosamente le spalle all'università asservita.

La fama di Martinetti era a quel tempo, nella cittadella della filosofia italiana, altissima. Oltre a Croce e a Gentile, solo Martinetti allora era considerato da noi giovani, non un professore di filosofia, ma un filosofo....."

Da: Norberto Bobbio, Italia civile, Passigli Editori, 1986, pp.94-116.

 

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